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Cittadinanza italiana: dallo ius sanguinis allo “ius soldi”

14 Ottobre 2020 - Benedetta Cassarini

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La vicenda dell’esame di italiano sostenuto dal calciatore uruguaiano Luis Suarez, arrivato in Italia a metà settembre per quella che sembrava una mera questione di calciomercato, ha finito per sollevare un acceso dibattito sul processo che regola l’ottenimento della cittadinanza italiana. 

Il presunto “esame farsa” sostenuto dal calciatore per la certificazione B1 della lingua italiana (requisito necessario per l’acquisizione della cittadinanza) ha scatenato l’indignazione di molti, soprattutto sui social. Ma vediamo un po’ di numeri, rilevati su Twitter (nel periodo 15-28 settembre) grazie all’utilizzo della piattaforma KPI6.

I numeri del caso Suarez su Twitter
Infogram

Un’analisi complessiva dei post contenenti le parole chiave “Suarez” e “cittadinanza italiana” riporta una netta prevalenza del sentimento negativo. Si sottolinea che il sentimento positivo (28%) è costituito principalmente da post puramente informativi, che potrebbero quindi essere considerati “neutri”, o da post ironici che una lettura più accurata porterebbe a includere nella sfera negativa.  

Le emozioni prevalenti evidenziate dalla ricerca di KPI6 sono disapprovazione e rabbia verso una vicenda che sembra dimostrare come sia il reddito il primo requisito fondamentale per ottenere la cittadinanza. 

Acquisizione della cittadinanza in Italia

Una breve panoramica sul quadro normativo che regola la cittadinanza italiana può aiutare a capire meglio le ragioni e la dimensione di un tale indignazione. Per i cittadini stranieri infatti il percorso di acquisizione della cittadinanza è complesso e richiede numerosi passaggi e requisiti.  

In Italia è la legge numero 91 del 5 febbraio 1992 a regolare le norme sulla cittadinanza. Essa si basa sul principio dello ius sanguinis (diritto di sangue), per il quale il figlio nato da genitore italiano è italiano. In altri paesi, come per esempio gli Stati Uniti d’America, la cittadinanza viene concessa a una persona che sul proprio territorio, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori. In questo caso si parla di ius soli, ovvero “diritto del suolo”.

I cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia possono tuttavia acquisire la cittadinanza se in possesso di determinati requisiti. Le due tipologie principali di concessione sono quella per matrimonio (art. 5, L 91 del 5 febbraio 1992) e per residenza (art 9 L 91 del 5 febbraio 1992). 

Matrimonio:

I cittadini stranieri possono presentare domanda se, una volta sposati, risultano: 

 

  • residenti legalmente in Italia da almeno 12 mesi con moglie o marito italiano e hanno figli nati sul territorio o hanno adottato il figlio del coniuge;
  • residenti legalmente in Italia con il cittadino italiano da almeno 24 mesi se non hanno figli;
  • residenti all’estero, dopo 18 mesi di matrimonio con il cittadino italiano in presenza di figli nati o adottati;
  • residenti all’estero dopo 36 mesi dalla data di matrimonio con un coniuge italiano (tali termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi).

 

Condanne penali in Italia o all’estero con una pena superiore a un anno comportano la perdita del diritto.

Residenza

I cittadini stranieri residenti in Italia possono chiedere la cittadinanza italiana che verrà concessa con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno in presenza dei seguenti requisiti:

  • Straniero nato in Italia e vi ha risieduto legalmente per almeno tre anni, può presentare domanda al compimento della maggiore età. 
  • Straniero, non nato in Italia ma che ha un genitore o un ascendente in linea retta di secondo grado che sia cittadino italiano per nascita. Anche in questo caso bisogna aver risieduto per tre anni nel territorio italiano;
  • Straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano e ha risieduto in Italia per almeno cinque anni successivi all’adozione;
  • Aver prestato servizio, anche all’estero, per almeno cinque anni come dipendente di un organo dello Stato italiano;
  • Cittadino dell’Unione europea che ha vissuto in Italia negli ultimi quattro anni
  • Apolide o rifugiato politico residente in Italia da almeno cinque anni;
  • Tutti gli stranieri che hanno risieduto legalmente in Italia per almeno dieci anni;

Tutti i cittadini stranieri che rientrano in queste categorie devono dimostrare di avere un reddito personale o del nucleo familiare negli ultimi 3 anni antecedenti a quello di presentazione della domanda, i cui limiti minimi per ciascun anno sono di 8.263,31 euro (richiedenti senza persone a carico) o 11.362,05 euro (richiedenti con coniuge a carico).

Decreto sicurezza

A decorrere dal 5 ottobre 2018 con l’entrata in vigore del cosiddetto “decreto sicurezza” (D.L. 113 del 4 ottobre 2018) sono state introdotte alcune disposizioni aggiuntive:

 -il versamento del contributo è stato rideterminato in euro 250 (rispetto ai precedenti 200)

-il termine per la definizione delle domande aumenta da due a quattro anni.

La legge di conversione 1° dicembre 2018 n. 132 del D.L. 4 ottobre 2018, n. 113, oltre a confermare le disposizioni del D.L. inserisce come requisito aggiuntivo per ottenere la cittadinanza, il possesso di un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del quadro comune europeo (art. 9.1, legge 132/2018).

 

Un nuovo principio: lo ius culturae

In Italia si è parlato per la prima volta di ius culturae nel 2015, quando il disegno di legge è stato  approvato alla Camera. Da quel momento però la proposta è rimasta bloccata in Senato, e nonostante i tentativi di presentazione da parte di diversi esecutivi, non è mai giunta ad approvazione. 

La prima ipotesi di ius culturae stabiliva che il minore straniero nato in Italia, oppure entrato regolarmente sul territorio prima del compimento del 12esimo anno di età e che avesse frequentato per almeno cinque anni uno o più cicli di istruzione, avesse diritto a presentare la domanda. 

Una seconda ipotesi di ius culturae, invece, prevedeva che il minore straniero entrato in Italia prima dei 18 anni e che avesse risieduto regolarmente nel nostro Paese per almeno sei anni, avesse regolarmente frequentato un ciclo scolastico, o un percorso di istruzione e formazione professionale, avesse diritto a presentare la domanda.

L’introduzione di questo nuovo principio permetterebbe di guardare oltre il dualismo ius soli/ius sanguinis. 

 

I dati sui cittadini stranieri in Italia

I dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2019 dicono che gli stranieri regolarmente residenti in Italia sono 5.306.548, ed escludendo l’Europa essi provengono principalmente da Africa, Asia ed Europa Centro-Orientale.

Di seguito le 15 nazionalità più rappresentate dagli stranieri presenti in Italia, secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019.

Gli stranieri regolarmente presenti sul territorio italiano costituiscono quindi circa l’8,8% della popolazione. Scendendo nel dettaglio con un’analisi dell’età anagrafica degli stranieri residenti emerge chiaramente come la classe dei giovani (0-19) anni sia una fetta importante della popolazione straniera. Dal 2012 i giovani stranieri sono cresciuti in maniera piuttosto regolare, fino ad arrivare al dato odierno di 1.170.625.

 

La lettera al ministro Lamorgese di “Italiani senza cittadinanza”

Dal 2016 i giovani costituitisi nel movimento “Italiani senza cittadinanza” lottano per dar voce ai loro coetanei e per spingere la politica a riconoscerli come parte integrante di quella società in cui sono cresciuti e di cui costituiscono il futuro. In seguito alla “vicenda Suarez” il movimento ha inviato una lettera di indignazione al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, riportando l’attenzione sulla condizione di un milione di giovani che si sentono cittadini di serie B, soprattutto alla luce di una pratica che avrebbe dovuto consegnare una cittadinanza italiana a un cittadino straniero a tempo di record solo per motivi legati al suo censo. Uno ius soldi, praticamente. Che finirebbe per umiliare quel milione di persone che la cittadinanza l’aspetta da tempo e soprattutto nei (lunghi) tempi previsti.

 

Foto di Sarah Passos da Pixabay

Benedetta Cassarini

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