
“Serve un’iniezione di famiglia per società disidratate” afferma Papa Francesco in questi giorni di Sinodo. Comunque la si pensi sulla questione, un nodo cruciale del dibattito è dare una definizione onnicomprensiva e attuale della famiglia. Se apriamo il dizionario etimologico leggiamo che la famiglia è il “nucleo fondamentale della società umana costituito da genitori e figli”, una definizione che risale addirittura al 1294. Negli ultimi decenni i grandi cambiamenti sociali hanno messo sul piatto la necessità di rivedere questo concetto, di ridefinirlo ispirandosi a una visione più inclusiva, laica e aperta di famiglia, più aderente alla società contemporanea, alle richieste delle coppie di fatto, della collettività LGBT, dei genitori single, delle famiglie ricostituite, allargate, delle grandi e piccole comunità di affetti che condividono vita e responsabilità quotidiane.
Ripartendo, com’è nostro uso, dai dati, vediamo quanto pesa e quanto è rappresentata oggi la famiglia intesa in senso tradizionale.
1 coppia convivente o sposata su 2 non ha figli
Istat definisce le famiglie come un “Insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell’anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. L’assente temporaneo non cessa di appartenere alla propria famiglia sia che si trovi presso altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune, sia che si trovi in un altro comune.”
Seguendo questa definizione, in media in Italia le coppie conviventi o sposate rappresentano la metà delle famiglie, e la metà di questa fetta di famiglie non ha figli. La rimanente parte delle famiglie italiane è composta per il 31% da una sola persona e per il 5% da genitori single. Percentuali in linea con Francia, Germania, Gran Bretagna. Lo raccontano i dati OCSE relativi al 2014, confermati anche da Istat: nel 2011 le persone in coppia, sposate o conviventi, ma senza figli erano 10,4 milioni. Quantitativamente insomma, l’equivalenza matrimonio – procreazione non è più valida.
Quando Papa Paolo VI esattamente 50 anni fa istituì il primo Sinodo dei vescovi, di cui in Vaticano si commemorerà l’anniversario il 17 ottobre prossimo alla presenza di Papa Francesco, solo 12 famiglie su 100 erano unipersonali, cioè composte da una sola persona, molto spesso anziana. Oggi questo dato è triplicato e siamo al 31% (dato Istat). Nello stesso tempo i nuclei familiari con oltre 5 componenti sono passati dal 21% del 1971 al 5% di oggi.
I risultati degli ultimi cinque censimenti mostrano inoltre che negli ultimi 40 anni si è verificato un incremento delle famiglie del 54%, ma il numero medio di componenti in famiglia è calato a 2,4 unità.
5% delle famiglie composte da padri o madri single
Ci sono poi le famiglie cosiddette “monoparentali”, dove cioè il bambino vive solo con il padre o solo con la madre. In Italia nel 2011 (sempre dato OCSE) il 4,7% delle famiglie era composto dalla sola madre e lo 0,9% dal solo padre. È interessante notare come sia le madri single italiane che padri italiani single siano molti di meno in percentuale rispetto al resto dei paesi dell’area OCSE, specie i padri. In Finlandia, dove il welfare funziona diversamente dal nostro, le famiglie composte solo dal padre sono il 5,5%.
Al nord si sposa in chiesa una coppia su 2
Ci si sposa sempre di meno, nonostante un leggero incremento nel 2012, e soprattutto lo si fa sempre meno in chiesa: da 156 mila matrimoni religiosi registrati nel 2008 a 124 mila nel 2011. Nello stesso periodo i matrimoni civili sono scesi solo di 10 mila unità, da 90 a 80 mila matrimoni. E non dimentichiamo, dato che siamo in odore di Sinodo, che per la chiesa non basta essere sposati per potersi dire famiglia. Il Diritto canonico infatti reputa nullo il matrimonio celebrato solamente con rito civile, considerando i contraenti single a tutti gli effetti. Forti differenze fra nord e sud: al nord si sposa in chiesa una coppia su due, mentre al sud quasi 8 coppie su 10.
Ci si sposa molto di meno, mentre l’aumento delle separazioni non è così elevato: nel 2008 erano 84 mila, nel 2012 88 mila. E i divorzi, forse complice anche la crisi, sono addirittura calati. Dal 2006 a oggi inoltre, grazie anche alla legge 54, è schizzato alle stelle il numero dei bambini affidati a entrambi i genitori dopo un divorzio. Si parla del 90% dei casi. Dei restanti, l’1% è affidato solo al padre. Sta di fatto dunque, che le famiglie “tradizionali”, quelle cioè composte da madre, padre e figli, sono sempre di meno.
7591 coppie omosessuali conviventi dichiarate, ma sono di più
Poi c’è la questione delle coppie omosessuali, che in Italia ancora divide l’opinione pubblica e la politica, tanto che nel 2012 ben 1 italiano su 4 dichiarava che l’omosessualità è una minaccia per la famiglia. Secondo un sondaggio dell’Istat relativo al 2012 infatti, solo il 43,9% dei rispondenti si è detto d’accordo con l’affermazione “è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera”, mentre il 62,8% concorda con l’affermazione “è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata”. Che sono comunque due cose molto diverse.
Nel complesso, nel censimento del 2011 Istat ha contato 7.591 coppie di conviventi omosessuali, con un totale di 529 figli, anche se lo stesso Istat precisa che molte coppie omosessuali hanno preferito, ancora oggi, non dichiararsi. Mentre scriviamo queste righe e mentre in Vaticano gli uomini discutono sul significato di famiglia, una definizione che deve essere valida per tutto il mondo cristiano. In Gran Bretagna gli omosessuali conviventi sono 12,4 milioni, con un totale di 7 milioni di figli*.
*ERRATA CORRIGE: La frase “in Gran Bretagna gli omosessuali conviventi sono 12,4 milioni, con un totale di 7 milioni di figli” è sbagliata. La frase corretta è “Secondo l’Ufficio Statistico Nazionale, in Gran Bretagna le famiglie di omosessuali conviventi sono circa 84 mila, 9 mila di esse con figli.“ Ci scusiamo enormemente per l’errore, segnalatoci da una nostra lettrice.
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Immagine: Zulu wedding (Wellcome Images)