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Festival di Sanremo, anche quest’anno tutti vincitori (o quasi)

18 Febbraio 2020 - Alessandro Mari

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Il Festival della canzone italiana, più comunemente detto di Sanremo, è uno di quegli eventi che in un modo o nell’altro sa sempre catalizzare su di sé l’attenzione dell’Italia intera: chi ne parla bene e chi male (a prescindere), chi dice di non essere interessato ma poi lo guarda quasi di nascosto per curiosità, chi non vede l’ora un anno per quello successivo “soltanto per lo spettacolo” e chi, con occhio esperto, analizza ogni elemento, dal palco alla regia, dalle luci ai vestiti.

A una settimana dal termine della prima edizione condotta da Amadeus (o è il caso di dire co-condotta, visto l’onnipresente e più spigliato Fiorello), pian piano sta calando il sipario anche sulle vicende che più hanno fatto parlare sui social e nei talk-show: dalle polemiche ante-festival sulla figura di Junior Cally e sullo scivolone di Amadeus, alle cronache dall’Ariston con il bisticcio “a distanza” tra Tiziano Ferro e Fiorello, gli outfit eccentrici di Achille Lauro e l’ormai storico litigio/rottura tra Morgan e Bugo, vero vincitore morale di quest’anno.

 

Un’iniezione di visibilità

Gossip a parte, ciò che è noto è che Sanremo da sempre rappresenti un ottimo momento di visibilità per tutti i concorrenti in gara, dalle vecchie glorie in cerca nuovamente di uno spazio sotto ai riflettori ai giovani pionieri della musica nostrana, pronti a farsi conoscere dal grande pubblico. Se questa 70° edizione è già passata agli annali dal punto di vista degli ascolti televisivi come “la migliore del millennio” (risultati così alti in termini di telespettatori, share e profitti non si registravano da circa 20 anni), è tempo di dare uno sguardo anche alle classifiche musicali: non soltanto a quella dei risultati finali della competizione canora più longeva d’Italia, ma anche a quelle che riflettono i volumi di ascolto e vendite degli artisti e dei loro brani.

Come descritto dal grafico, ancora una volta (come sempre accade) la classifica finale della kermesse sanremese non va di pari passo con le classifiche a vocazione prettamente popolare, come quella degli ascolti settimanali su Spotify o quella settimanale ufficiale redatta da FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), che comprende sia gli acquisti fisici sia digitali (download) dei brani e gli ascolti in streaming da parte di account premium.

Un dato che possiamo osservare per capire il gradimento popolare, e che non viene rilevato da FIMI, è quello legato alle visualizzazioni video su YouTube: da una ricerca condotta annualmente dalla IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), in Italia l’81% degli utenti che utilizza il servizio di video streaming di Google lo usa per ascoltare musica in maniera gratuita, senza che ci sia un’opportuna retribuzione all’artista da parte di YouTube per i diritti d’autore.

Visibilità e/o retribuzione?

Le retribuzioni da parte delle diverse piattaforme di streaming non sono omogenee (nemmeno nei metodi di calcolo), e di base la cifra finale che questi colossi versano agli artisti e agli altri detentori dei diritti (case discografiche, distributori, autori) non è mai resa pubblica in modo preciso. Da diverse fonti si è però ottenuto un valore medio, che per Spotify si aggira tra i 0,006 e gli 0,0084 dollari ad ascolto (ma c’è chi indica un valore inferiore, ovvero 0,00437) mentre per YouTube la cifra è parecchio più bassa, all’incirca 0,00069 dollari a riproduzione (anche se, come ben sanno gli YouTubers, i veri ricavi si ottengono tramite il posizionamento strategico delle pubblicità).

Se questi alti numeri di visualizzazioni e ascolti sono comunque una fonte di profitto per gli artisti, quello a cui davvero si punta con la partecipazione al Festivàl è ottenere la massima visibilità possibile, così da garantirsi passaggi radio, ospitate in programmi tv e aumento della propria fanbase, da poter convertire magari in maxi-concerti in primavera/estate sfruttando la spinta di successo data da un’intera settimana di altissima esposizione mediatica (e recuperare poi ulteriori compensi con i rimborsi SIAE).

Se gli artisti più affermati hanno visto comunque un aumento consistente nei propri ascolti mensili (non solo sullo specifico brano portato in gara), chi ottiene in rapporto i risultati più eclatanti sono coloro che non pubblicavano nuovo materiale da tempo, o comunque sconosciuti ai più, magari perché interpreti di un genere di nicchia o semplicemente fuori target rispetto i fruitori abituali delle piattaforme streaming. Al di là quindi della posizione finale ottenuta sul palco della città dei fiori, ognuno dei partecipanti nel suo ha comunque vinto e ottenuto lo slancio utile per poter trarre del profitto da questo lungo spettacolo, che ancora una volta divide ma incanta e affascina: perché Sanremo è Sanremo.

 

Crediti immagine: elaborazione dell’autore a partire da
Sanremo, teatro Ariston – di Luca Galli

Alessandro Mari

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