Oltre San Valentino (e San Faustino): le mappe dei matrimoni e dei divorzi

di Alice Goldoni e Clara Fioranzato
Come ogni anno, nel Bel Paese e nel mondo si è soliti celebrare la festa degli innamorati, il 14 febbraio, e la festa dei single il giorno seguente, il 15 febbraio. Cosa ci raccontano le statistiche di queste due ricorrenze contrapposte?
Osservando i dati raccolti da Google Trends, si nota come il maggior interesse per la giornata degli innamorati, calcolato come il numero di ricerche effettuate su Google per il termine “San Valentino”, sia registrato in Campania, seguita poi da Calabria e Puglia, mentre scema gradualmente verso il Nord, con il Trentino Alto Adige all’ultimo posto.
Al contrario, il numero di interrogazioni poste a Google con oggetto la “Festa dei single” mostra che c’è un interesse trasversale su questo tema tanto nelle regioni del sud, con il Molise a fare da capofila, seguito da Puglia, quanto in quelle del nord come in Friuli-Venezia-Giulia, attraversando tutto il paese, anche se non sono associate delle query particolari alla festa di San Faustino.
Ma che dire dei modi preferiti dagli italiani per festeggiare il proprio o la propria innamorata? Sempre osservando i dati di Google Trends si nota come le ricerche correlate al giorno di San Valentino siano soprattutto legate all’idea di trovare un regalo o un buon ristorante. Si chiedono a Google idee, suggerimenti per doni, locali più romantici e menù seducenti, ma anche offerte per il weekend o spa dove portare la propria dolce metà.
Le parole dell’amore (secondo Google)
La “word cloud” qui sotto a forma di cuore mostra le query correlate a San Valentino più frequenti dell’ultimo mese: quelle cercate più spesso sono scritte con caratteri più grandi. Da Google si vede dunque che gli italiani cercano idee regalo per lui, più che per lei, ma anche frasi, decorazioni, peluche. Sembra essere confermato che la modalità preferita in Italia per celebrare il proprio amore sia quella di andare al ristorante o di preparare una cena. Soprattutto, si cercano idee per il menù perfetto, per gli antipasti, ma la portata principale è il dessert, per aggiungere un tocco di dolcezza a forma di cuore o una torta con decorazioni.
E se la festa di San Valentino può aiutare a rinnovare il romanticismo insito in ogni persona o la festa dei single dare nuove opportunità per permettere all’amore di trovare la sua strada, cosa ci dicono i dati a proposito dei rapporti di coppia istituzionalizzati?
I numeri dei matrimoni
Analizzando i numeri forniti dall’Istat, si può notare che nel quinquennio tra il 2014 ed il 2018 la numerosità dei matrimoni tende a variare incrementando o decrementando rispetto all’anno precedente. Le regioni del sud Italia passano dai 53.237 del 2014 ai 54.053 del 2018, seguite rispettivamente dalle regioni del Nord-est con 43.519 (2014) e 45.779 (2018), da quelle del Centro con 35.462 (2014) e 35.800 (2018), dal Nord-ovest con 33.348 (2014) e 34.357 (2018) e, infine, dalle isole con 24.199 (2014) e 25.789 (2018). Il picco più alto del quinquennio sembra essere stato registrato nel 2016, con 203.258 convolamenti a nozze, in concomitanza dell’introduzione della nuova legge sulle unioni civili – dato che comunque resta ben distante dalle oltre 246.000 celebrazioni del 2008 senza le unioni civili per persone dello stesso sesso.
Nel dettaglio, possiamo osservare che la Lombardia, la Campania e la Sicilia si collocano in modo costante sul podio nel quinquennio 2014-2018: la regione lombarda passa dal 13,67% del 2014 al 13,96% del 2018; la regione campana registra il 12,35% nel 2014 e il 12,07% nel 2018; la regione siciliana tocca il 10,22% nel 2014 e il 10,72% nel 2018. Fanalino di coda restano sempre le regioni meno popolose e con una numerosità di matrimoni più bassa, come la Valle d’Aosta (369 nel 2014; 428 nel 2018) e il Molise (919 nel 2014; 981 nel 2018).
In chiesa o in Comune?
Rispetto ai legami amorosi uniti secondo rito civile o rito religioso, i numeri sembrano parlare chiaro: negli ultimi cinque anni le coppie nel Nord e Centro Italia, a cui si aggiunge la Sardegna, hanno preferito la prima tipologia alla seconda. Come possiamo evincere dalla tabella “Tipologia di matrimoni in Italia”, infatti, se a partire dal 2014 la funzione civile era già ampiamente maggioritaria in Piemonte (54,2%), Valle d’Aosta (56,4%), Liguria (59,3%), Lombardia (54,4%), Veneto (51,4%), Friuli Venezia Giulia (59,8%), Emilia-Romagna (59,6%) e Toscana (59,4%), nel 2015 lo diventa nel Lazio (51,3%) seguito nel 2016 dalla Sardegna (50,4%), nel 2017 dall’Umbria (51,6%) e nel 2018 dalle Marche (50,3%).
A restare fedeli alla tradizione religiosa restano le regioni del Sud, anche se passano dalla media complessiva del 75,35% del 2014 a quella del 70% del 2018, non riuscendo ad impedire su scala nazionale, nell’ultima rilevazione Istat, lo storico sorpasso dei matrimoni civili (50,1%).
Nonostante l’istituzione del matrimonio sembri mantenere buoni numeri nell’andamento storico, tuttavia le spine emergono dai fiori quando si osservano i dati sulle separazioni e sui divorzi.
I numeri dei divorzi
Per quanto concerne le separazioni, nel quinquennio 2014-2018, possiamo notare che rientrano nella top ten 5 regioni del Nord (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria), 2 del Centro (Toscana e Lazio), 3 del Sud (Campania, Sicilia, Puglia). La Lombardia si aggiudica la prima posizione, passando dalle 15.614 separazioni del 2014 alle 16.033 del 2018, seguita dal Lazio rispettivamente con 10.297 (2014) e 10.183 (2018) e dalla Campania con 8.928 (2014) e 9.747 (2018). Si conferma la tendenza di dividersi maggiormente nelle regioni del nord-ovest, con il 27,7% dei casi nel 2014 e nel 2018, anche se il Sud si colloca al secondo posto, passando dal 22,9% del 2014 al 23,4% del 2018.
Per quanto riguarda il numero dei divorzi in Italia, i dati dell’Istat mostrano che si è passati dai 52.355 casi del 2014 ai 99.045 del 2016 per calare gradualmente negli anni successivi fino agli 88.458 del 2018. Nei primi cinque posti di questa classifica rientrano: la Lombardia con i 10.110 di scioglimento del matrimonio del 2014 ed i 15.788 del 2018, il Lazio con i 5.627 (2014) ed i 8.478 (2018), il Piemonte con i 5.288 (2014) e gli 8.031 (2018), il Veneto con i 4.237 (2014) e i 6.852 (2018) e l’Emilia-Romagna con i 3.774 (2014) ed i 7.084 casi (2018), con queste ultime due regioni a scambiarsi il posto.
Nel 2014 il tasso di divorzio più alto si registra nelle regioni del Nord-ovest, con il 33,5% di casi, seguite da quelle del Centro con il 20,77% e del Nord-est con il 19,70%, con il Sud al 16,48%. Questa situazione muta completamente nel 2018 dato che l’area meridionale della penisola arriva a superare le regioni del Centro e del Nord-est, incrementando il numero di casi di divorzio di ben 10 punti percentuali in un contesto di lieve calo nelle altre realtà. Un esempio in questo ambito è la Sicilia che passa dai 3.622 ai 6.834 scioglimenti matrimoniali, raddoppiando in soli cinque anni.
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